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Necrologio di Eric Hobsbawm

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Necrologio di Eric  Hobsbawm

 

di Martin Kettle

e Dorothy Wedderburn

 

2 ottobre 2012

 

Se Eric Hobsbawm fosse morto 25 anni fa, i necrologi lo avrebbero descritto come lo storico marxista britannico più illustre e si sarebbero più o meno fermati lì. Tuttavia, al momento della sua morte avvenuta all’età di 95 anni,  egli aveva raggiunto una posizione unica nella vita intellettuale della nazione. Nei suoi ultimi anni è diventato senza dubbio lo storico britannico più rispettato, anche se non approvato, sia dalla destra che dalla sinistra e che faceva parte  della piccola manciata

di storici di qualsiasi epoca che ha goduto di genuina fama nazionale e internazionale. Al contrario di alcuni altri, Hobsbawm, ha ottenuto questo vasto riconoscimento senza in alcun modo ribellarsi  contro il marxismo o contro Marx. A 94 anni ha pubblicato: How to Change the World [Come cambiare il mondo], una vigorosa difesa della permanente importanza di Marx, dopo il crollo delle banche  tra il 2008 e il 2010. Inoltre è arrivato al culmine della sua reputazione in un periodo in cui le idee e i progetti socialisti che animavano una parte così grande dei suoi scritti per molto più di  mezzo secolo, erano in una caos storico e anche  peggio, cosa della quale egli stesso era sempre fortemente consapevole.

In una professione nota  per le sue preoccupazioni per la precisione, pochi storici hanno mai dominato un campo di tale vastità in modo così dettagliato o con tale autorità. Fino alla fine Hobsbawm si è considerato essenzialmente uno storico del  diciannovesimo secolo, ma il suo senso di questo e di altri secoli era sia di ampiezza senza precedenti che insolitamente cosmopolita.

Il puro scopo del suo interesse per il passato,  e la sua eccezionale padronanza di quello che sapeva, continuava a sminuire molti ,soprattutto nella serie di quattro volumi: Age of.. nei quali condensava la storia del mondo capitalista dal 1789 al 1991. “La capacità di Hobsbawm di  conservare e poi recuperare i dettagli, ha raggiunto ora una portata che normalmente si raggiunge soltanto per mezzo di grandi archivi con molto personale,” ha scritto Neal Ascherson.  Hobsbawm non aveva rivali sia nella conoscenza dei dettagli storici che nella sua capacità di sintesi, così ben dimostrate in quel progetto in quattro volumi.

Hobsbawm era nato ad Alessandria, un posto adatto per uno storico dell’impero, nel 1917, un anno buono per un comunista. Era britannico di seconda generazione, nipote di un Ebreo polacco che faceva l’ebanista, che era arrivato a Londra nel 1870. Otto figli tra i quali il padre di Eric, erano  nati in Inghilterra e tutti erano diventati cittadini britannici alla nascita (lo zio di Hobsbawm, Harry,

è poi diventato il primo sindaco laburista di Paddington).

Eric era però un Britannico con uno origine non ordinaria. Un altro zio, Sidney, era andato in Egitto prima della Prima guerra mondiale, e aveva  trovato un impiego per Leopold in un ufficio di spedizioni, dove, nel 1914  Leopold Hobsbawm incontrò Nelly Gruen, una giovane viennese di una famiglia della classe media a cui avevano regalato un viaggio in Egitto come premio per aver portato a termine i suoi studi. I due si fidanzarono, ma scoppiò la Prima guerra mondiale e si dovettero separare. La coppia infine si sposò in Svizzera nel 1916  e tornò in Egitto per la nascita di Eric, il loro primo figlio.

“Ogni storico/storica  ha nella sua vita un trespolo personale dal quale ispezionare il mondo,” ha detto Eric nella sua conferenza  Creighton * del 1993,   una delle molte occasioni nei suoi ultimi anni in cui tentava di mettere in relazione la sua vita con i suoi scritti. “Il mio trespolo è costruito, oltre che di altri materiali, di un’infanzia nella Vienna degli anni ’20, gli anni dell’ascesa di Hitler a Berlino, che ha determinato le mie idee politiche e il mio interesse per la storia, e dell’Inghilterra, specialmente  Cambridge negli anni ’30, che li ha confermati entrambi.

 

Nel 1919, la giovane famiglia  si stabilì  a Vienna, dove Eric frequentò la scuola elementare, un periodo che in seguitò ricordò in un documentario televisivo che mostrava le fotografie dove si riconosceva lo smilzo giovane viennese Hobsbawm con i calzoni corti e i calzettoni fino al ginocchio. La politica cominciò a influenzarlo più o meno in questo periodo. Il primo ricordo politico  di Eric era  un ricordo di Vienna, quando i lavoratori dettero fuoco al Palazzo di giustizia. La prima conversazione politica  che ricordava si svolse in un sanatorio delle Alpi, sempre in quegli anni. Due materne donne ebree stavano discutendo di Leone Trotsky. “Dì quello che vuoi,” ha detto una all’altra, “ma è un ragazzo ebreo che si chiama Bronstein.”

Nel 1929 suo padre morì  improvvisamente per un attacco di cuore. Due anni dopo sua madre morì di tubercolosi. Eric aveva 14 anni e lo zio Sidney prese ancora una volta la responsabilità di aiutare la famiglia  e portò Eric e sua sorella Nancy a vivere a Berlino. Essendo un ragazzo nella Berlino della Repubblica di Weimar, Eric inevitabilmente divenne politicizzato. Lesse per la prima volta Marx e divenne comunista.

Si ricordava sempre del giorno del gennaio 1933, quando, uscendo dalla stazione della metropolitana di Halensee, mentre tornava a casa dalla sua  scuola, il famoso Ginnasio Prinz Heinrich, vide il titolo di un giornale che annunciava la nomina di Hitler a cancelliere. Circa in quel periodo aderì all’associazione degli Scolari Socialisti, che descrisse come “di fatto parte  del movimento comunista” e vendette la  sua pubblicazione (Schulkampf - Lotta della scuola).Teneva    il duplicatore dell’organizzazione  sotto il letto,  e, se dobbiamo fare deduzioni dalla sua successiva facilità di scrittura, dobbiamo pensare che probabilmente scriveva anche la maggior parte degli articoli. La famiglia rimase a Berlino fino al 1933, quando i datori di lavoro di Sidney Hobsbawm lo destinarono a un lavoro in Inghilterra.

L’adolescente allampanato che si stabilì  con sua sorella a Edgware nel 1934, si descrisse in seguito come “completamente continentale e di lingua tedesca”. La scuola, però, non era un problema, perché il sistema di istruzione inglese era di “molto più arretrato” di quello tedesco. Un suo cugino di Balham lo introdusse alla conoscenza del jazz per la prima volta – lo chiamava il “suono a cui non si può rispondere”. Il momento della conversione, scrisse circa 60 anni dopo, è stato quando ha ascoltato per la prima volta la band di Duke Ellington “al massimo del suo stile imperiale “. Ha trascorso un periodo scrivendo come critico di jazz del New Statesman (una rivista britannica di sinistra, n.d.t.), e nel 1959, ha pubblicato un libro sull’argomento nella sezione Special della casa editrice Penguin: The Jazz Scene [La scena del jazz], usando lo pseudonimo di Francis Newton (molti anni dopo è stato  ripubblicato con il suo vero nome).

Avendo imparato a parlare inglese bene, Eric divenne allievo della Grammar School nella zona londinese di  Marylebone e nel 1936 vinse una borsa di studio per il King’s College di Cambridge. E’ in questo periodo che un modo di dire divenne comune tra i suoi amici comunisti di Cambridge:” C’è qualche cosa che Hobsbawm non sappia?” Divenne membro della Cambridge Apostles. ** “Tutti noi pensavamo che la crisi degli anni ’30 fosse la crisi finale del capitalismo,” scrisse 40 anni dopo. Ma, aggiunse “non lo è stata .”

Quando scoppiò la Seconda guerra mondiale, Hobsbawm partì volontario, come molti comunisti, per azioni di spionaggio, ma le sue idee politiche che non erano mai state  un segreto, fecero sì che venisse rifiutato.  Divenne invece un improbabile soldato del genio nella 560a Compagnia da campo che descrisse in seguito come “proprio un’unità  da classe dei lavoratori che cerca di costruire delle difese palesemente inadeguate contro l’invasione sulle coste dell’Inghilterra Orientale”.

Anche questa è stata un’esperienza formativa  per il giovane intellettuale prodigio spesso distaccato. “C’era in qualche cosa di sublime in loro e in Gran Bretagna in quel tempo,” scriveva. “Quella esperienza del periodo bellico mi ha convertito alla classe lavoratrice britannica. Non erano molto intelligenti,  a parte  gli Scozzesi e i Gallesi, ma erano persone buonissime”.

Hobsbawm  sposò la sua prima moglie, Muriel Seaman, nel 1943. Dopo la guerra, quando tornò a Cambridge, fece un’altra scelta, abbandonando un dottorato già programmato riguardante la riforma agraria in Nord Africa, a favore di una ricerca sul fabianesimo. *** E’ stata una mossa che gli aprì la porta sia a un’intera vita di studi sul XIX secolo, che a un interesse ugualmente di lunga durata per i problemi della sinistra. Nel 1947 ottenne il suo primo impiego stabile, come docente di storia al Birbeck College di Londra, dove doveva rimanere per gran parte della sua vita di insegnante.

Con l’inizio della Guerra fredda, un maccartismo accademico molto britannico fece sì che la cattedra a Cambridge che Hobsbawm aveva sempre agognato, non si concretizzasse mai. Faceva la spola tra Cambridge e Londra; era uno dei principali organizzatori e trascinatori del Gruppo degli Storici del Partito Comunista, una brillante  accademia estremista che metteva insieme alcuni dei più illustri storici del periodo post bellico. Tra i suoi membri c’erano anche Christopher Hill, Rodney Hilton, Al Morton, EP Thompson, John Saville e, in seguito, Raphael Samuel.  Qualsiasi altra cosa abbia ottenuto, il Gruppo degli storici del Partito Comunista, riguardo al quale  Hobsbawm scrisse un saggio autorevole nel 1978, ha certamente fornito un nucleo per molti dei suoi primi passi come importante scrittore di storia.

Il primo di Hobsbawm, Labour’s Turning Point [Il punto di svolta del laburismo],   (1948) una raccolta redatta di documenti dell’era del Fabianesimo, appartiene fermamente a questa era dominata dal Partito comunista, così come il suo impegno nel dibattito del “livello di vita” una volta celebrato, circa le conseguenze economiche della  precedente rivoluzione industriale, nella quale lui e RM Hartwell hanno discusso su una serie di numeri della Rivista di storia economica. Anche la creazione del periodico Past and Present [Passato e Presente] - che è ora l’eredità più duratura, sebbene  del tutto indipendente,   del Gruppo degli Storici, appartiene a questo periodo.

Hobsbawm non ha mai lasciato il Partito comunista e pensava sempre a se stesso come parte di un movimento comunista internazionale. Secondo molte persone, questo è rimasto un ostacolo insuperabile per l’accettazione dei suoi scritti. Egli è tuttavia rimasto un libero pensatore autorizzato nell’ambito dei ranghi del partito. Riguardo ai fatti di Ungheria del 1956, un evento che ha spaccato il partito comunista, e che  ha fatto andare via  da questo molti intellettuali, è stato una voce di protesta che  nonostante ciò  è rimasto.

Tuttavia, come nel caso del suo contemporaneo, Christopher Hill, che lasciò in quel periodo  il Partito comunista, il trauma del 1956  e l’inizio di un secondo matrimonio felice e duraturo, si unirono in qualche modo per innescare un periodo prolungato e fruttuoso di scrittura storica che doveva fondare la sua fama e reputazione.  Nel 1959 ha pubblicato la sua prima opera importante, Primitive Rebels [ I ribelli primitivi], un resoconto incredibilmente originale, specialmente per quei tempi, delle società segrete rurali e delle culture millenarie dell’Europa meridionale (scriveva ancora su questo argomento nel 2011). E’ tornato di nuovo su questi temi dieci anni dopo, con Capitan Swing, uno studio dettagliato delle proteste rurali dell’inizio nell’Inghilterra del 19° secolo, scritto insieme a George Rudé, e Bandits [Banditi],  un altro tentativo di sintesi di  più ampio raggio. Queste opere ci ricordano che Hobsbawm era sia un ponte tra la storiografia Europea e quella britannica, che un precursore del considerevole aumento degli studi di storia sociale  nella Gran Bretagna del dopo 1968.

In questo periodo, tuttavia, Hobsbawm aveva già pubblicato la prima delle opere su cui ancora è  fondata la sua reputazione sia accademica che popolare. Una raccolta di alcuni dei suoi saggi  più importanti, Labouring Men [ Gente che lavora]  uscita nel 1964,  (una seconda raccolta, Worlds of Labour [Mondi del lavoro], doveva arrivare 20 anni più tardi). E’ stato però Industry and Empire [ Industria e impero] (1968), un’avvincente somma  di gran parte del suo lavoro riguardante la Gran Bretagna e la Rivoluzione industriale, che gli ha  procurato la stima  più alta.  Raramente è stato fuori catalogo.

Perfino più determinante  a lungo termine  è stata la serie The Age of…  che è iniziata nel 1962 con The Age of Revolution:1789-1848 [L'età della rivoluzione]. E’ stato seguito da The Age of Capital:1848-1875 [L'età del capitale],  e, nel 1987, da The Age of Empire: 1875-1914 [L'età dell'impero]. Un quarto volume, The Age of Extremes: 1914-1991, [L'età degli estremi] che è più particolare e speculativo, ma per alcuni aspetti, il più notevole e mirabile di tutti, ha prolungato  la sequenza fino al 1994.

I quattro volumi includevano tutte le migliori qualità di Hobsbawm – l’estensione  unita al  racconto di aneddoti e  la conoscenza della statistica, l’attenzione alle sfumature e all’importanza degli eventi e delle parole, e, soprattutto, forse la capacità impareggiabile di sintesi (in nessuna parte dimostrata meglio che in un classico sommario del capitalismo della metà del 19° secolo proprio sulla prima pagina del secondo volume. I libri non erano stati concepiti come una tetralogia, ma quando sono usciti hanno acquistato uno status di classico  individuale e cumulativo. Erano un esempio, ha scritto Hobsbawm, di “quella che i Francesi chiamano “alta volgarizzazione” (non voleva dire questo in senso auto-denigratorio) e sono diventati come dice, un recensore “parte degli accessori mentali degli Inglesi colti”.

Il primo matrimonio di Hobsbawam era fallito nel 1951. Durante gli anni ’50, ebbe un’altra relazione dalla quale nacque  il suo primo figlio, Joss Bennathan, ma la madre del ragazzo non si volle sposare. Nel 1962 Hobsbawm si sposò di nuovo, questa volta con Marlene Schwarz, di origine austriaca. Si trasferirono ad Hampstead  e comprarono una piccola seconda casa in Galles. Ebbero due figli, Andrew e Julia.

Negli anni ’70, la fama sempre più vasta di Hobsbawm come storico fu accompagnata da una crescente reputazione di scrittore  che parla dei suoi tempi. Sebbene avesse un rispetto da storico per la disciplina centralista del Partito comunista, la sua preminenza intellettuale gli diede  un’indipendenza che gli fece ottenere il rispetto dei più severi critici del comunismo, come Isaiah Berlin. Gli ha anche assicurato il notevole riconoscimento che nessuno dei suoi libri è stato mai pubblicato in Unione Sovietica. Così armato e protetto, esaminava senza paura la condizione della sinistra, soprattutto sulle pagine della rivista mensile del Partito comunista, Marxism Today [Il marxismo oggi], la pubblicazione sempre più eterodossa della quale divenne la divinità protettrice.

Le sue conversazioni con il [deputato] comunista italiano Giorgio Napolitano – ora diventato presidente della repubblica – risalgono a quegli anni e sono state pubblicate con il titolo di The Italian Road to Socialism [La via italiana al socialismo]. Il suo lavoro di maggiore influenza politica si è però incentrato sulla sua crescente certezza che il movimento dei lavoratori europeo non era più in grado di sopportare il ruolo istituzionale assegnatogli dai primi Marxisti. Questi articoli categoricamente revisionisti sono stati raccolti con il titolo generale: The Forward March of Labour Halted [La marcia in avanti dei lavoratori si è fermata].

Nel 1983, quando Neil Kinnock è diventato Segretario del Partito laburista,  nel pieno  delle sue fortune elettorali, l’influenza di Hobsbawm si era cominciato a sentire molto oltre il partito comunista e molto profondamente nello stesso partito laburista. Kinnock ha riconosciuto pubblicamente il suo debito verso Hobsbawm e si è fatto intervistare dall’uomo che descriveva come “il mio marxista preferito”. Sebbene disapprovasse fortemente gran parte di ciò che prese poi forma come “Nuovo laburismo”, che considerò, tra l’altro, storicamente vigliacco, era senza dubbio l’unico precursore intellettuale più influente del revisionismo sempre più iconoclasta degli anni ’90.

Il suo status è stato sottolineato da nel 1988, quando Tony Blair, lo nominò Companion of Honour, pochi mesi dopo che Hobsbawm aveva festeggiato il suo ottantesimo compleanno. Nell’encomio Downig Street diceva che Hobsbawm continuava a pubblicare opere che “trattano problemi di storia e di politica che sono riemersi per turbare la  soddisfazione   dell’Europa”.

Nei suoi ultimi anni, Hobsbawm godette di vasta reputazione e rispetto. Ai festeggiamenti per il suo ottantesimo e novantesimo compleanno ha partecipato tutti i personaggi di rilievo  della Gran Bretagna intellettuale liberale.  Durante tutti gli anni recenti ha continuato a pubblicare volumi di saggi,  compresi On History [Sulla Storia], (1997) e Uncommon People  [Persone non comuni], (1998), opere in cui Dizzy Gillespie e Salvatore Giuliano erano uno accanto all’altro nell’indice, a testimonianza della gamma della curiosità   duratura di Hobsbawm.  Nel 2002 venne poi un’autobiografia di grande successo, Interesting Times [Tempi interessanti], e Globalisation, Democracy e Terrorism   [Globalizzazione, democrazia e terrorismo],  nel 2007.

Più famoso nella vecchiaia  che probabilmente in qualsiasi altro periodo della sua vita, egli   partecipava regolarmente a trasmissioni alla  radio, faceva conferenze in vari ambiti, ed era un protagonista fisso del  festival letterario di Hay, di cui divenne presidente a 93 anni, in seguito alla morte di Lord Bingham di Cornhill. Una caduta  alla fine del 2010 ridusse la molto la sua mobilità, ma il suo intelletto e la sua forza di volontà non ne furono sconfitte, così come la sua vita sociale e culturale, grazie agli sforzi, all’amore e alla bravura in cucina di Marlene.

Il fatto che i suoi scritti continuassero a interessare un pubblico così vasto  in un periodo in cui la sua politica era in certo modo  così  oscurata,  era  un tipo di contraddizione che esasperava la destra, ma era un paradosso del quale si dilettava il sottile giudizio di questo intelletto non certo compiaciuto.

Nei suoi ultimi anni amava citare EM Foster che egli  “era sempre in una posizione leggermente d’angolo rispetto all’ universo”. Se questa osservazione ci dice di più su Hobsbawm o sull’universo era una cosa di cui godeva discutere, fiducioso nella conoscenza  che era in alcuni sensi una lezione per entrambi.

 

Lascia Marlene e i suoi tre figli, sette nipoti e un pronipote.

Eric John Ernest Hobsbawm era nato  il 9 giugno 1917 ed è morto il 1° ottobre 2012.

 

*Una conferenza annuale che si tiene al Kings College di Londra su un argomento di storia, in ricordo dello storico  Mandell Creighton (da: en.wikipedia.org/wiki/Creighton_Lecture, n.d.t.).

** espresso.repubblica.it/dettaglio/gli-apostoli-libertini/2030571

(http://it.wikipedia.org/wiki/Fabianesimo)

 

Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

wwww.znetitaly.org

Fonte: Fonte: http://www.zcommmunications.org/eric-hobsbawm-obituary-by-martin-kettle

Originale: The Guardian

Traduzione di Maria Chiara Starace

Traduzione © 2012  ZNET Italy – Licenza Creative Commons – CC  BY-NC-SA  3.0

 

 

 


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